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ISSN 2038-8527

Gli investimenti finanziari nel reddito di impresa.

Manuela Soncini e Gianluca Settepani Fascicolo n°40 2019

Brevi considerazioni in ordine all’applicazione della disciplina sulle società di comodo alle “holding miste”

Non di rado capita che le c.d. holding miste decidano di investire i propri eccessi di liquidità in strumenti finanziari eterogenei e diversificati quali OICR, azioni in società quotate, obbligazioni quotate, polizze, ecc. La gestione del patrimonio finanziario nell’ambito del reddito di impresa presenta alcune peculiarità. Uno dei temi che può emergere è quello dell’applicazione della disciplina delle società non operative di cui all’art. 30 della L. 724/1994. Alcuni aspetti della disciplina e l’attuale andamento dei mercati finanziari potrebbero avere riflessi sul reddito di impresa delle società che hanno scelto di gestire il patrimonio finanziario nell’ambito del reddito di impresa. Infatti la presunzione minima di rendimento dell’attivo finanziario (2%) da applicare sia su investimenti iscritti nell’attivo circolante che tra le immobilizzazioni finanziarie potrebbe condurre alla determinazione di un reddito minimo presunto superiore al reddito affettivamente conseguito. In relazione a tali investimenti la soluzione al “problema” implica una duplice analisi che involge: i) la possibilità dell’investitore di influire sui rendimenti di tali strumenti e ii) la struttura contrattale sottostante a determinati prodotti finanziari che in taluni casi prevede l’iscrivibilità dei proventi ad essi correlati “solo” al termine dell’investimento.