Il pro-rata Iva delle operazioni di intermediazione relative all’estensione di garanzia nella vendita di prodotti: profili di incompatibilità comunitaria

La Corte di Giustizia, con sentenza del 8 luglio 2021, resa in causa C695/19, ha affermato il principio secondo cui i corrispettivi relativi all’intermediazione nella vendita del servizio accessorio di estensione della garanzia, pagati dai consumatori finali ad un soggetto passivo che svolge come attività principale la vendita di elettrodomestici e altri articoli nel settore dell’informatica e delle telecomunicazioni rilevano ai fini del prorata di detrazione, di cui all’art. 174, par. 1 della Direttiva Iva. Ciò comporta che il volume d’affari riconducibile a tali operazioni non deve essere escluso dal denominatore della frazione utilizzata per il calcolo del prorata. La pronuncia resa dalla Corte merita di essere segnalata in quanto si pone in contrasto con la normativa italiana in materia (art. 19bis, comma 2 D.P.R. 633/1972), che invece prevede l’esclusione dal calcolo del prorata delle operazioni esenti di cui all’art.10, commi da 1) a 9) del suddetto D.P.R. 633/1972, qualora non formino oggetto dell’attività propria del soggetto passivo, ovvero siano accessorie alle operazioni imponibili, ferma restando l’indetraibilità dell’imposta relativa a beni e servizi utilizzati esclusivamente per effettuare tali operazioni. Da ciò consegue un profilo di incompatibilità comunitaria del nostro ordinamento domestico, che potrebbe alimentare – in attesa di un intervento normativo di adeguamento delle disposizioni interne al diritto vivente comunitario – un contenzioso interno, che dovrebbe poi portare ad una richiesta di rinvio pregiudiziale, allorché per la medesima fattispecie i contribuenti nazionali procedessero a calcolare il prorata di detrazione includendo il volume d’affari delle prestazioni di garanzia accessorie a quelle di vendita di prodotti